Un nuovo farmaco può combattere contro il diabete

Ultimamente la paura per la diffusione dei malanni nella gente è cresciuta sempre di più creando tensioni eccessive (come quella dei neutrofili alti in gravidanza), ma anche una maggiore informazione sulla somministrazione delle medicine. Tra le varie malattie che si cerca di lottare di più in assoluto c’è il diabete, per il quale sembra essere stato trovato un farmaco molto efficace.

Il farmaco contro il diabete

Nei mesi recenti è stato fatto uno studio avente 18 partecipanti (12 uomini e 6 donne) attraverso cui è stato somministrato l’utilizzo del farmaco “Tadalafil“. Si tratta di un farmaco che è generalmente utilizzato per aiutare contro la disfunzione erettile e l’impotenza. Secondo le analisi condotte dalla Sahlgrenska University Hospital e dall’Università di Göteborg, se il medicinale è somministrato ad alte dosi e prescritto in modo giornaliero, è capace di migliorare estremamente i livelli di zucchero che sono presenti nel sangue.

Le proprietà del farmaco contro il diabete

Il professore dell’Università Per-Anders Jansoon ha rilasciato queste importanti dichiarazioni sull’utilizzo del farmaco:

“Si tratta di un netto miglioramento dei livelli di zucchero a lungo termine, che non avremmo mai potuto immaginare dopo sole sei settimane di trattamento supplementare in pazienti con diabete di tipo 2 ben controllato. Questo miglioramento della glicemia è pari a quello che abbiamo riscontrato con i nuovi farmaci candidati che oggi rappresentano la quarta opzione terapeutica per il diabete di tipo 2.

Il livello di HbA1c viene monitorato con precisione nei campioni di sangue dei pazienti in trattamento per il diabete di tipo 2. Il valore di HbA1c è tanto più elevato quanto più è alto il valore di HbA1c. Più alto è il valore di HbA1c, maggiore è il rischio di complicazioni, compresi i danni microvascolari agli occhi, ai reni e ai nervi.”

Secondo gli studi, il farmaco è riuscito a creare anche un maggiore controllo metabolico ed adesso l’obiettivo è quello di ripetere l’esperimento anche su molti altri pazienti, per verificare soprattutto che gli effetti collaterali non si manifestino, ma secondo i medici si è sulla buona strada.

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