Google auto-archive: la nuova funzione per risparmiare lo spazio con le app

Ultimamente le applicazioni dei cellulari stanno diventando molto difficili da gestire a causa della grande quantità di spazio che si portano dentro. Ad un certo punto il materiale presente nei dispositivi viene costantemente eliminato ma creando dei dilemmi forti ai consumatori, i quali rischiano di perdere degli importanti dati perché, qualunque sia ciò che toglieranno dal telefono, quest’ultimo rimarrà comunque incessantemente pieno, tanto che le uniche alternative rimaste porterebbero ad eliminare importanti canali social come Facebook e Whats App. Adesso però, Google (di cui si è scoperto il significato del nome) ha trovato una soluzione a questo problema chiamata “Google auto-archive“.

Che cos’è Google auto-archive

“Google auto-archive” è una nuova funzione di archiviazione automatica che permette di rendere molto più piccole le dimensioni di un’applicazione: la percentuale raggiungibile sarà infatti la rimozione del 60% dell’applicazione, senza che quest’ultima sia rimossa totalmente dal cellulare. La soluzione è infatti quella di rimuovere la maggior parte del codice, in modo che lo spazio raggiungibile sia molto più alto di prima.

La funzione viene svolta in questo modo: una volta completato l’installazione di un’applicazione, una finestra chiederà al cliente se quest’ultimo vuole attivare l’archiviazione automatica. Se si risponde di “si“, Google imposterà automaticamente l’archiviazione a tutte le app che sono state inutilizzate per una forma consistente di tempo.

Tale eliminazione non comprenderà la cancellazione dei dati personali che, di conseguenza, non dovranno essere digitati ex novo. Una volta archiviato lo spazio al 60% ma si vuole riottenere tale spazio dopo aver cambiato idea, basterà andare su Play Store per richiedere la parte dell’App eliminata.

Quali app sono idonee alla funzione di archiviazione

La funzione di archiviazione non sarà disponibile per tutte le applicazioni presenti su Play Store, perché diverse di queste non sono idonee. Per essere idonee al nuovo servizio di Google, l’applicazione deve essere necessariamente collegata al formato App Bundle.

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