Rumors sulla vendita della Juventus: la risposta di Exor e l’impatto in Borsa

Rumors sulla vendita della Juventus

Un recente articolo del quotidiano ‘Il Giornale’ ha sollevato la questione sulla possibile vendita della Juventus, la storica squadra di calcio piemontese. La Juventus, al di là dell’aspetto sportivo, rappresenta un simbolo per la famiglia Agnelli. Tuttavia, l’articolo mette in luce come Torino possa aver perso il suo primato tra gli interessi degli Agnelli.

Secondo le voci riportate da ‘Il Giornale’, la cessione della squadra sarebbe inevitabile. Questo scenario è reso sempre più plausibile dal fatto che Exor, la holding della famiglia Agnelli che detiene la maggior parte delle azioni della Juventus, non intenda più sostenere finanziariamente il club. Il giornale ha anche fornito un’indicazione sui possibili termini economici della vendita: la soglia base sarebbe posta a non meno di 1,5 miliardi di euro.

La risposta di Exor ai rumors

La reazione di Exor non si è fatta attendere. Un portavoce della holding ha dichiarato all’ANSA che le speculazioni sulla cessione della Juventus, avanzate dal quotidiano, sono totalmente prive di fondamento.

Le ripercussioni sulla Borsa

La smentita di Exor ha avuto immediate conseguenze sul mercato azionario. In seguito alle dichiarazioni della holding, il titolo della Juventus ha registrato un aumento del 2,3% al momento della riapertura dei mercati.

Lo stato attuale della Juventus

Ad appena tre giornate dall’inizio del campionato di Serie A 2023/2024, la Juventus ha già accumulato 7 punti, frutto di due vittorie e un pareggio. Tuttavia, nella stagione corrente, la squadra guidata da Massimiliano Allegri non parteciperà alle competizioni europee, a seguito della decisione della Uefa di escludere il club bianconero dalla Conference League per la verifica della conformità alla normativa della UEFA.

Il presidente della Juventus, Gianluca Ferrero, ha espresso il suo disappunto a luglio riguardo alla decisione della UEFA: “Non condividiamo l’interpretazione data alle nostre difese e siamo fermamente convinti della correttezza del nostro operato e della validità delle nostre argomentazioni. Nonostante ciò, abbiamo deciso di non fare appello contro questa decisione”.

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