Come comportarsi con la pressione alta in montagna? Le parole di Alberto Margonato

La pressione alta è già di per sé un problema molto forte, per questo spaventa ancora di più quando si tratta di andare a visitare dei posti che potrebbero essere faticosi dal punto di vista fisico: tra questi c’è la montagna, la cui altitudine potrebbe alterare i valori dell’0rganismo. Ma come comportarsi in tal caso?

Il professore Alberto Margonato tranquillizza sulla pressione alta

Alberto Margonato, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano ed anche professore ordinario di Cardiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, è stato intervistato dai giornalisti di TGcom24 ed ha parlato delle possibilità di andare in montagna quando si è ipertesi, invitando alla prudenza:

È bene ricordare che già a 1.200/1.500 metri sopra al livello del mare la concentrazione di ossigeno tende a diminuire: per questo, sopra queste altitudini e ancora di più oltre i 2.000 metri, si assiste ad un aumento della pressione. Chi ha la pressione alta in montagna deve prestare più attenzione rispetto agli altri e valutare con il medico, oltre che controlli ed esami mirati, un piccolo aumento della terapia antipertensiva.

C’è anche da aggiungere un discorso relativo alle temperature: il freddo è nemico di chi soffre di cuore poiché costringe le arterie e le coronarie, aumentando la pressione e favorendo episodi ischemici, soprattutto in chi ne è predisposto. È per questo che, d’estate, con le temperature più miti, questo effetto è meno importante.

Come comportarsi con la pressione alta in montagna

Il professore ha anche parlato dei sintomi che si possono avere quando si è affetti dalla pressione alta e si decide comunque di andare in montagna:

Per tutti coloro che “soffrono di cuore”, ossia i pazienti cardiopatici, è indicato un controllo medico prima della partenza per le altitudini, oltre che il monitoraggio a domicilio, regolare e quotidiano, della propria pressione, perché in montagna potrebbe salire oltre i valori soglia.

Attenzione anche ai pazienti normotesi, che non hanno disturbi cardiaci: alcuni possono essere ‘a rischio’, per familiarità ed altre condizioni. In questo caso, è bene che tengano monitorati i propri valori pressori, perché potrebbero trovare la propria pressione più alta rispetto a quella che registrano in città.

La pressione del sangue deve rimanere entro un range di valori prestabiliti, per assicurare ossigeno e nutrienti a tutti i tessuti. Tali valori idealmente dovrebbero essere 80 mm\Hg per la minima e 120mm\Hg per la massima. In ogni caso non devono superare i 90 mmHg per la pressione minima e 140 mmHg per la pressione massima.

È possibile misurare la pressione presso qualunque farmacia oppure autonomamente con gli strumenti di misurazione portatili, ormai accurati, facili da utilizzare e precisi. Il principale campanello di allarme è rappresentato dalla sensazione di affaticamento e fiato corto: quando si avverte una sensazione di affanno, di mancanza di respiro, è meglio scendere di quota.

Chi soffre di coronarie può avvertire anche altri sintomi, quali pesantezza al petto o palpitazioni anomale, soprattutto quando cammina in salita, a causa dei dislivelli tipici delle zone montuose.

Oltre a ciò, ci sono anche i comportamenti che bisogna assumere quando si è sensibili all’alta pressione:

Per i pazienti cardiopatici non soggetti a forme severe di ipertensione, scompenso e malattia coronarica, è bene ricordare alcune semplici regole: Prestare attenzione al freddo: coprirsi sempre molto bene, tenere al caldo il torace e la bocca. Questo perché inspirare aria ghiacciata può provocare episodi ischemici, in chi è predisposto a malattia coronarica.

Cercare di abituare il corpo all’altezza: rimanere ad una quota moderata per qualche tempo e solo in un secondo momento salire ulteriormente di altitudine; non eccedere in cucina: i cibi di montagna sono spesso molto grassi e pesanti: evitare grappe e liquori, pasti molto salati e prestare attenzione a tutti gli alimenti che aumentano la pressione arteriosa e peggiorano il rischio coronarico; portare sempre con sé una borraccia di acqua durante le passeggiate.

Evitare quote troppo elevate: se possibile, non superare i 2000 metri; misurare la pressione con costanza, segnalando eventuali variazioni al proprio medico, aiutandosi con un taccuino per annotarla; fare caso alla comparsa di sintomi di qualsivoglia tipo, come quelli sopra descritti; non strafare: evitare o limitare al minimo l’esercizio fisico, commisurandolo alle proprie condizioni cardiologiche. Meglio camminare che correre, preferibilmente ben coperti.

Seguendo tutti questi consigli, è possibile curare al meglio la propria salute ed organizzare escursioni con maggior sicurezza.

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