Magnetoterapia: cos’è e a cosa serve

La magnetoterapia è una pratica della medicina alternativa basata sul presupposto che l’esposizione del corpo umano ai campi magnetici abbia degli effetti terapeutici. I promotori di questa pratica ritengono di poter usare la magnetoterapia per curare condizioni mediche come l’artrosi, le fratture ossee, l’osteoporosi, i dolori muscolari e articolari, l’artrite reumatoide, la fibromialgia e tanto altro.

Ad oggi la medicina ufficiale non riconosce la magnetoterapia, poiché sostiene che non abbia alcun fondamento scientifico. A sostegno di questa tesi ci sono molti studi che in effetti dimostrano l’assoluta inefficacia terapeutica di questa pratica.

Vediamo comunque di cosa si tratta e come viene utilizzata.

Cos’è la magnetoterapia

Come anticipato, la magnetoterapia è una pratica della medicina alternativa fondata sull’idea che esporre il corpo umano ai campi magnetici abbia effetti terapeutici. Ne deriva che tale pratica preveda l’utilizzo dei campi magnetici per il trattamento di determinate condizioni di salute.

Nello specifico, i promotori della magnetoterapia affermano che l’esposizione ai campi magnetici può aiutare soprattutto coloro che riportano fratture ossee, dolori articolari, muscolari o muscolo-articolari, malattie scheletriche come l’osteoporosi.

Come funziona la magnetoterapia

Cerchiamo ora di capire con parole semplici qual è il presunto meccanismo di funzionamento della magnetoterapia, partendo dal presupposto che trattandosi di una pratica che ricorre ai campi magnetici necessiterà di magneti.

Innanzitutto, dobbiamo prima ricordare che le cellule del nostro corpo sono dotate di carica elettrica, questa è il frutto della presenza di atomi che posseggono una certa carica (ad esempio ioni di potassio e ioni di sodio). La carica elettrica intracellulare è diversa dalla carica elettrica extracellulare, e pertanto si crea una differenza di carica elettrica che gli elettrofisiologici definiscono “potenziale di membrana a riposo”.

Con il progressivo invecchiamento cellulare, quando la cellula subisce un danno accade che il potenziale di membrana a riposo assume valori diversi da quelli considerati normali. Le alterazioni del potenziale di membrana a riposo sono la causa del cattivo funzionamento delle cellule e dei tessuti a cui queste cellule appartengono.

Qui entra in gioco la magnetoterapia. Infatti, secondo i promotori di questa pratica di medicina alternativa – che, ricordiamo, non è riconosciuta dalla medicina ufficiale poiché non ha alcun fondamento scientifico – i campi magnetici possono agire sulle cellule in questione e favorire in questo modo il potenziale di membrana a riposo ove questo presentasse delle alterazioni.

In altre parole, i sostenitori della magnetoterapia sostengono che quest’ultima è in grado di ristabilire i valori del potenziale di membrana a riposo e di conseguenza le cellule dei tessuti danneggiate potrebbero ripararsi più velocemente.

Oltre a ristabilire i valori del potenziale di membrana a riposo e la bilancia dell’energia elettromagnetica del corpo umano, i promotori di questa pratica ritengono che i campi magnetici possano interagire anche con il ferro dell’emoglobina e quindi migliorare la circolazione sanguigna.

Nello specifico, si pensa che la magnetoterapia a bassa frequenza aiuti a favorire e stimolare l’assimilazione di calcio e la calcificazione ossea, mentre la magnetoterapia ad alta frequenza sarebbe indicata per migliorare la circolazione sanguigna e ridurre gli stati infiammatori.

A cosa serve la magnetoterapia

Secondo quanto sostenuto dai promotori della magnetoterapia, i campi della medicina in cui questa pratica alternativa avrebbe i suoi principali effetti terapeutici sono l’ortopedia, la traumatologia e la reumatologia.

In particolare, se quanto sopra spiegato a proposito del funzionamento della magnetoterapia fosse vero, allora questa sarebbe indicata in modo particolare per il trattamento di:

  • Osteoporosi;
  • Fratture e ritardi di consolidamento osseo;
  • Osteonecrosi;
  • Forme di artrite, tra cui osteoartrite (o artrosi), artrite reumatoide e periartrite;
  • Pseudoartrosi;
  • Sindrome del tunnel carpale;
  • Algodistrofia;
  • Reumatismi articolari o dolori articolari;
  • Fibromialgia;
  • Episodi di borsite, tallonite, epicondilite, cervicalgia, lombalgia o lombosciatalgia;
  • Lesioni della cartilagine;
  • Lesioni cutanee venose, piaghe da decubito, piaghe da ustioni ed edemi;
  • Arteriopatia degli arti inferiori;
  • Protesi articolari, per favorirne il consolidamento dopo l’innesto.

Ricordiamo ancora una volta che ad oggi la magnetoterapia non è riconosciuta dalla medicina ufficiale poiché diversi studi ne dimostrano l’infondatezza.

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