Djokovic, curiosità sul bottoncino: magneti per migliorare le prestazioni

Il bottoncino che il tennista Djokovic porta sul petto ha destato non poca curiosità e così ha fatto il giro del web. L’oggetto è stato notato per la prima volta durante il match del campione contro Marton Fucsovics, ma inizialmente non ci si è fatto molto caso.

In seguito, una fotografia scattata durante il cambio maglia al Roland Garros di Parigi ha però fatto sì che l’attenzione degli appassionati si concentrasse unanimemente sul bottoncino attaccato al petto del tennista serbo con un pezzo di nastro adesivo trasparente.

Si tratta di un piccolo magnete metallico che il tennista ha definito “il più grande segreto della mia carriera”. L’impiego dei magneti sul corpo umano non è una novità, si pensi alla magnetoterapia. Eppure, è più raro che lo si veda utilizzare in ambito sportivo.

Djokovic, curiosità sul bottoncino: magneti per migliorare le prestazioni

Il bottoncino attaccato al petto del tennista Djokovic è un Q Magnete, ovvero una micro calamita molto potente realizzata in una lega di boro, ferro e neodimio. Questi tipi di magneti hanno la capacità di ridurre gli effetti degli ematomi grazie all’emissione di campi magnetici orientati. Non solo, sono anche utili in casi di stati infiammatori, per correggere gli squilibri energetici e migliorare la funzione immunitaria. Inoltre, sembra che siano validi alleati per combattere lo stress, alleviare i dolori e migliorare la qualità del sonno.

Nello specifico, il bottoncino indossato dal campione di tennis è stato prodotto dall’azienda italiana Taopatch Sport. La nanotecnologia è in grado di spingere chi la  indossa ad avere maggiore coordinazione, fare movimenti più fluidi e risparmiare risorse durante le performance sportive.

Il bottoncino di Djokovic non utilizza alcun tipo di sostanza chimica e non ha effetti collaterali, si può indossare quotidianamente e si autoalimenta attraverso il calore del corpo umano e la luce solare. L’autonomia di questo oggetto è di 720 ore mensili.

Interrogato sull’insolito oggetto, il campione Novak Djokovic ha spiegato:

Da piccolo mi piaceva molto Iron Man, quindi cercavo di emularlo e il mio team mi ha portato una nanotecnologia incredibilmente efficiente per aiutarmi a dare il meglio in campo. È il più grande segreto della mia carriera. Se non fosse per questa, probabilmente non sarei seduto qui.

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